Arrendersi o ripartire?

Il giorno dopo lo spoglio è quello che viene dedicato alle analisi e ai bilanci.

Partiamo dal dato nazionale.

Dopo la rottura da parte del PD e i sondaggi che lo davano per scomparso, il Movimento 5 Stelle ha dimostrato che è più vivo che mai. Grazie ad una leadership credibile e ad una strategia comunicativa che è riuscita a far comprendere quanto di buono è stato fatto negli anni in cui si è governato.
In questo modo il Movimento è risultato essere la prima lista nelle regioni meridionali riuscendo anche nell’impresa di superare, da solo, la corazzata di destra in diversi collegi uninominali.

Ma domenica si votava anche per l’elezione del Presidente della Regione Siciliana.

Il risultato finale non ha riservato alcuna sorpresa. È stato eletto Renato Schifani appoggiato dalle stesse liste che sostenevano Nello Musumeci. Evidentemente quel malcontento lamentato dai siciliani non era così evidente, visto che hanno rinnovato la loro fiducia alla stessa compagine politica. Quindi adesso avanti con le soluzioni ai problemi dei siciliani partendo dal ponte sullo stretto.

Il candidato che da tutti era presentato come una spina nel fianco della destra, Cateno De Luca, alla fine si è palesato per ciò che avevamo previsto: l’alleato migliore di Schifani.

Alla luce dei numeri, infatti, non ha tolto un solo voto all’ex Presidente del Senato, mentre ha fatto da accumulatore dei voti dei delusi, dei disperati, di quelli che avrebbero rivolto la loro attenzione all’unica forza di cambiamento.

E alla fine i siciliani ci sono cascati.

Sono bastati un po’ di spettacoli con un linguaggio scurrile, insulti a destra e manca, battute e liti con questo o quel sindaco per illudere i siciliani e far credere loro che lui fosse l’elemento di rottura con il passato. Quel passato che ha contribuito a costruire.

In realtà, bastava ascoltarlo e guardare chi lo circondava, per rendersi conto che la sua era solo una strategia che serviva a drenare i voti degli elettori che avrebbero potuto creare problemi alla riconferma della destra. Ma i siciliani, troppo attenti a godersi lo spettacolo, non si sono accorti del bluff.

Il risultato è che Cateno De Luca è stato eletto, con i suoi deputati puntellerà il governo Schifani e, magari, potrà ambire ad un posto da assessore nel prossimo governo. Con tanti saluti ai poveri cristi che hanno visto in lui il volto del cambiamento.

Sui dati che hanno caratterizzato il voto alla Camera e al Senato, confrontati con quelli raccolti dal Movimento alle Regionali, bisogna aprire una riflessione.

Come si spiega che in Provincia di Enna, alle nazionali il Movimento ottenga più di 18.000 voti e nello stesso giorno, in quelle stesse urne, 11.000 di quelle persone che hanno messo una croce per i 5 Stelle sulle schede gialla e rosa, poi sulla scheda verde delle regionali abbiano scelto addirittura la parte opposta?

E non stiamo parlando di una manciata di persone, che forse avevano compreso male come si votava, stiamo parlando di 11.000 persone!

Quando nello stesso giorno si verifica uno scostamento così ampio e grave tra il dato nazionale e quello regionale, una sola spiegazione può giustificare il risultato. A livello nazionale gli elettori sono stati liberi di esprimersi senza condizionamenti, a livello locale invece sono prevalsi ancora una volta clientelismi, favori e prebende. E quindi si ripresenta quel circolo vizioso per il quale si va a votare gli stessi di cui fino a ieri ci si è lamentati, nella speranza di un posto di lavoro, un favore, un occhio di riguardo.

È per questo che questa Regione non va avanti e continua a premiare gli stessi che continua a criticare e di cui si lamenta.

È pur vero che una parte di questi voti è andata anche verso altre forze politiche che in questi mesi hanno cercato di aumentare radicamento e presenza sul territorio, cosa che al Movimento è mancata. È con questa tornata elettorale che si mostra l’importanza di strutturarci sui territori, diventare punti fissi e fisici di riferimento, per poter contrastare chi gioca a suon di promesse in gran parte futili.

Non possiamo pensare che il risultato si ottenga restando in poltrona, perché tanto ‘il Movimento tira’. Il risultato dipende dall’azione di ognuno di noi. Sempre.

Da qui il Movimento in Provincia di Enna deve ripartire. Affrancando personalismi che hanno penalizzato già altri partiti e che rischiano di essere anche per noi un boomerang pesante.

Si riparta dai contenuti calati sul territorio, nelle realtà dei nostri paesi, per far capire alla gente che c’è e si sente un’alternativa ad un sistema politico che continuerà a fare danni su questa terra.

Per contro, il voto si rispetta, e gli elettori hanno scelto di nuovo quelli che dicevano li avessero delusi. Prendiamo atto anche di questo: del fatto che dobbiamo parlare alla gente che pensa che chi urla da un palco sia un politico migliore di chi propone soluzioni concrete, che è meglio l’uovo oggi della gallina domani e non pensa che in questo modo danneggia il futuro dei suoi figli.

Il nostro sforzo deve essere proprio questo: evidenziare il vuoto di quelle urla inutili e contrastarle con la concretezza dei fatti, far comprendere che chi è disposto a elargire favori e prebende pensa solo a garantire il suo potere e non al futuro della propria terra, come abbiamo sempre fatto.

Non è facile, certo, e questo risultato ce lo dimostra, ma il nostro compito è esserci, cercare di far comprendere, cercare soluzioni oneste.

Non farlo, significherebbe abdicare al pressappochismo, all’ignavia e alla rassegnazione.

Ma chi vuole un futuro migliore per le prossime generazioni non può permettersi né di girarsi dall’altra parte, né di gettare la spugna.

È così che il Movimento, nonostante queste situazioni a livello locale e nazionale, continua a riscuotere successo e cresce e matura.

Così dobbiamo fare anche noi. Forti di questo risultato che ha un peso e un’importanza e attende azioni e risposte che non mancheranno.

3 Comments to “Arrendersi o ripartire?”

  1. concordo su tutto quello che ai scritto

  2. Continuare!
    Un noto giornalista , ucciso in Sicilia, diceva che occorre scrivere ogni giorno per sensibilizzare i cittadini a stare dalla parte giusta.
    Continuare a martellare..
    É semina per il futuro.
    Bravo Angelo e grazie.

  3. Angelo parisi ho avuto il piacere di conoscerti durante questa campagna elettorale, sinceramente al primo impatto non ho avuto di te una buona impressione, ma dopo averti conosciuto e sentito parlare mi sono ricreduto.
    Sei un ragazzo in gamba pieno di idee ed è stato un vero peccato che una risorsa come te non sia stato eletto all assemblea regionale siciliana, e mi incazzo ancora di più quando vedo quelli eletti che la maggior parte sono degli incapaci senza nessun amore ed interesse nel rialzare questa regione martoriata.
    Non arrenderti la Sicilia, il m5s ha bisogno di persone capaci e formate come te.
    Un grande abbraccio 💪💪💪a presto

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