Ischia e le lacrime di coccodrillo

Voglio essere provocatorio, per scuotere un po’ le coscienze.

Che succederebbe se qualcuno dicesse: nessuna solidarietà nei confronti delle vittime di Ischia?

Ci sono due detti della tradizione che ci avrebbero dovuto far riflettere PRIMA, per la tragedia di Ischia, ma anche per tutte le altre tragedie che si ripresentano ogni anno, ormai da decenni: Chi è causa del suo mal, pianga sé stesso e Sbagliare è umano, perseverare diabolico.

Sono stanco di assistere alle devastazioni provocate da eventi, anche normali, che si verificano puntualmente nelle zone di deflusso naturale delle acque.

Sono stanco di assistere alle raccolte fondi, alle parole di circostanza, alle chiacchiere sul fatto che si è costruito dove non si doveva costruire, che si è cementificato troppo, che il clima sta cambiando e quindi bisogna modificare le nostre abitudini.

A cosa serve tutto ciò? A che serve parlare e piangere i morti, se poi si continua a comportarsi come prima, in attesa del prossimo alluvione che provocherà altri morti?

Gli assassini di quelle persone hanno dei nomi e dei cognomi che tutti conosciamo. Sono i nomi e i cognomi di chi ha costruito dove non si poteva, di chi ha permesso che si costruisse lì, di chi ha varato leggi che condonassero gli abusi,  di chi ha chiesto a gran voce i condoni, di chi ha votato chi prometteva il prossimo condono.

Quindi aspetto che la Magistratura indaghi queste persone per il reato previsto dall’art. 452 quater del Codice Penale che prevede:

Fuori dai casi previsti dall’articolo 434 (Crollo di costruzioni o altri disastri dolosi, n.d.r.), chiunque abusivamente cagiona un disastro ambientale è punito con la reclusione da cinque a quindici anni. Costituiscono disastro ambientale alternativamente:

1) l’alterazione irreversibile dell’equilibrio di un ecosistema;

2) l’alterazione dell’equilibrio di un ecosistema la cui eliminazione risulti particolarmente onerosa e conseguibile solo con provvedimenti eccezionali;

3) l’offesa alla pubblica incolumità in ragione della rilevanza del fatto per l’estensione della compromissione o dei suoi effetti lesivi ovvero per il numero delle persone offese o esposte a pericolo.

Quando il disastro è prodotto in un’area naturale protetta o sottoposta a vincolo paesaggistico, ambientale, storico, artistico, architettonico o archeologico, ovvero in danno di specie animali o vegetali protette, la pena è aumentata”.

Quindi basta parole di circostanza, basta lacrime, basta solidarietà. Basta arrivare sempre DOPO.

Se siamo alla terza alluvione con vittime solo ad Ischia in 16 anni e ci ritroviamo a dire sempre le stesse cose, e nel frattempo abbiamo accettato tutto ciò, vuol dire che l’ora della solidarietà, l’ora delle lacrime sono solo scuse e giustificazioni per continuare a fare come ci pare e continuare a mettere a rischio altre vite.

A questo punto si tratta di un comportamento criminale che va colpito penalmente.

Quindi, come tanti italiani, ora mi auguro che la giustizia faccia il suo corso per assicurare alle patrie galere gli assassini che hanno provocato queste morti, ma soprattutto mi auguro che a mettere l’ennesima ‘toppa’, non sia un ministro o un politico che ci dice che si risolve tutto con altri condoni.

Perché siamo stanchi di piangere morti e distruzione DOPO, quando PRIMA si è pensato solo alle solite prebende elettorali, senza rispetto delle vite, del territorio, dell’ambiente e delle regole.

One Comment to “Ischia e le lacrime di coccodrillo”

  1. Carissimo Assessore Parisi, condivido il suo scritto, ma lei dimentica di mettere sul banco degli imputati tutti gli amministratori, funzionari, tecnici e politici che anziché fare e fare rispettare un piano regolatore con semplici norme, si impinguavano seduti in comode poltrone orbi delle esigenze di un popolo bisognoso di dimore costretti ad arrangiarsi e raffazzonando tutto convinti che poi i summenzionati amministratori etc. sarebbero stati disponibili a chiudere entrambi gli occhi in cambio di…. Io molti anni fa sono stato più volte nell’isola di Ischia ed era senza alcun piano regolatore ! Inaudito ! La colpa non crede sia dell’apparato che ci ha governato “democraticamente” fin dagli anni cinquanta?

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